La Sindrome di De Quervain è una tenosinovite stenosante che comprime i tendini estensori del pollice della mano (muscoli abduttore lungo ed estensore breve del pollice).

In questo articolo del Dottor Mario Vernetti Prot parleremo della Sindrome di De Quervain, soffermandoci su cause, sintomi, diagnosi e cure.

Che cos’è

Una tenosinovite è un’infiammazione che colpisce la guaina sinoviale del tendine di un muscolo.

La guaina sinoviale è quella struttura connettivale che riveste il tendine per proteggerlo e per ridurre l’attrito da sfregamento che quest’ultimo può subire lungo il suo decorso.

Quando l’infiammazione della guaina sinoviale colpisce anche il tendine sottostante si parla di Tendinite. Spesso, quindi, tenosinovite e tendinite sono compresenti.

Nel caso di De Quervain la tenosinovite è stenosante perché restringe lo spazio di un canale naturale, con conseguenze dolorose. Nel caso in esame, infatti, l’infiammazione della guaina sinoviale porta a una riduzione di spazio a livello del processo stiloideo del radio, sopra cui le guaine dei muscoli del pollice passano, pressando e comprimendo la sinovia circostante.

La sinovia è un termine medico che comprende sia il tessuto sinoviale che ricopre la parte interna della capsula articolare in un’articolazione o dell’involucro che avvolge un tendine,dove all’interno vi è il liquido sinoviale che bagna e lubrifica le parti a contatto e in movimento.

In parole povere, poiché le guaine dei muscoli abduttore lungo ed estensore breve del pollice si infiammano e si “gonfiano” giá lo spazio si riduce. Inoltre, questi tendini passano nel primo compartimento del retinacolo degli estensori (un canale connettivale), quindi in uno spazio ristretto. Poi, proprio nel punto del processo stiloideo del radio, dove vanno ad inserirsi, lo spazio è ancora più angusto e diminuisce ulteriormente. Quindi, l’infiammazione della guaina tendinea ed eventuali liquidi infiammatori generano in quel punto un tale restringimento da indurre una frizione dolorosa durante lo scorrimento dei tendini dei muscoli del pollice nelle loro guaine.

Sintomi

I pazienti riferiscono dolore e tumefazioni nella regione del processo stiloideo del radio, ovvero alla base del pollice e nel lato esterno del polso. Tale dolore si intensifica con l’uso del pollice, soprattutto mentre si svolgono movimenti di presa o movimenti di inclinazione del polso. Il dolore, come spiegato in precedenza, è dovuto alla frizione dei tendini quando scivolano nella loro guaina sinoviale a causa del restringimento del canale carpale (primo compartimento del retinacolo degli estensori).

La tumefazione si presenta lungo il decorso dei tendini ed è estremamente dolente alla pressione.

Vi può essere la presenza di una sporgenza più o meno accentuata in corrispondenza dell’ispessimento del canale fibroso del primo compartimento del retinacolo degli estensori.

La patologia in questione si manifesta più comunemente nelle donne di mezza età.

Se i sintomi vengono trascurati, l’infiammazione proseguirà ampliandosi dalla base del pollice fino ad estendersi verso l’avambraccio.

Cause della sindrome di De Quervain

La causa principale della sindrome di De Quervain è da imputarsi a microtraumi ripetuti nel tempo, legati soprattutto a quelle attività professionali che implicano un utilizzo continuo e logorante del pollice (ricamatrici, musicisti, sarti, ecc.).

Anche sovraccarichi funzionali improvvisi e movimenti scorretti che implichino i muscoli del pollice possono portare all’insorgenza della suddetta patologia (ad esempio: movimenti sbagliati in palestra o cadute sul pollice).

Ci sono fattori anatomici ereditari predisponenti alla sindrome di De Quervain, tra i quali:

    – il possesso di un ristretto primo compartimento del retinacolo degli estensori (ovvero il primo canale del carpo) entro cui passano i tendini dei muscoli del pollice (è la causa più comune);

    – la presenza di uno o più tendini supplementari anomali all’interno del compartimento carpale;

    – la presenza di un setto all’interno del compartimento carpale che separa e riduce lo spazio per i tendini dei muscoli del pollice.

Sono FATTORI PREDISPONENTI anche il diabete mellito, le connettiviti come l’artrite reumatoide e l’avanzare dell’età. In particolare, i pazienti affetti da diabete mellito o connettiviti possono avere un coinvolgimento digitale multiplo.

Diagnosi della Sindrome di De Quervain

Il medico specialista riconosce la Sindrome di De Quervain tramite l’Esame Obiettivo effettuato durante la visita specialistica.

Una Visita Semeiologica Manuale prevede la palpazione su determinati punti, lo strofinamento e l’uso di manovre di compressione, estensione, torsione e rotazione esterna e interna del polso per capire i vari tipi di interessamento della lesione.

Tramite la palpazione del compartimento carpale (primo compartimento del retinacolo degli estensori) durante il movimento del pollice il medico può apprezzare un crepitio.

Un crepitio può essere udito anche mentre il polso è mosso in flesso-estensione con il polso in inclinazione radiale (verso l’esterno).

È diagnostico per questa patologia il Test di Finkelstein. Il medico posiziona l’avambraccio del paziente in una posizione intermedia tra pronazione e supinazione e chiede al paziente di fare il pugno chiudendo il pollice all’interno del palmo della mano, tenendolo piegato sotto le altre dita. Il medico, tenendo fermo l’avambraccio con una mano, con l’altra mano inclina la mano del paziente verso il basso (in massima deviazione ulnare). Se il paziente prova un dolore intenso, il test è da ritenersi positivo.

Inoltre, se il medico palpa il paziente sopra il processo stiloideo del radio dove passa la guaina dei tendini coinvolti in tale sindrome, il paziente rileva un intenso dolore.

Questi test rappresentano alcune delle manovre effettuate dello specialista in sede di visita, che andranno eventualmente integrate con esami diagnostici per avere un quadro completo della situazione specifica del paziente.

Tra le indagini diagnostiche:

  • l’RX,può mostrare eventuali alterazioni ossee artrosiche o la presenza di depositi di calcio, ma normalmente risulta senza alterazioni; pertanto, viene richiesta solo per escludere altre possibilità, come una frattura dell’osso scafoide. Le alterazioni dei tendini estensori delle dita e della mano non sono quasi mai evidenziabili con l’esame radiografico, dal quale si possono desumere solo informazioni indirette sullo stato dell’articolazione e di tutte le componenti radiotrasparenti. Per tali ragioni non è consigliabile per diagnosticare questa sindrome.
  • Un esame ecografico della mano consente di ottenere più informazioni sui tessuti molli, come l’eventuale presenza di falde liquide, rotture o sfilacciamenti dei tendini articolari e dei muscoli connessi, come sullo spessore della capsula articolare. Tuttavia, non sempre è possibile raggiungere le componenti articolari profonde, visti i limiti d’accesso della sonda ultrasonica e gli spazi angusti e ristretti della mano. Per tale ragione, neanche questa tipologia di indagine è consigliata per una diagnosi completa in questa sindrome.
  • L’ecografia articolare dinamica è in grado di evidenziare versamenti, lesioni ed alterazioni già visibili con l’ecografia ma nelle varie posizioni della mano comportanti estensioni, trazioni, torsioni, compressioni (che non si potrebbero eseguire in un esame RMN). Tuttavia, serve tutto sommato a poco nella Sindrome di De Quervain, perché l’esame semeiologico è molto esaustivo e, in caso di dubbi ad opera del medico curante, la RM sarà  anatomicamente più completa.
  • La Risonanza Magnetica Nucleare (ad alto campo magnetico e con proiezioni seriate “fitte”) mostra sia le alterazioni dei tessuti molli, che lo stato delle cartilagini articolari e dei tessuti fibro-cartilaginei, con l’unico difetto che va effettuata a sezioni ed in totale immobilità. Inoltre, evidenzia lesioni o alterazioni strutturali profonde dell’osso che sfuggono alla rx ed alle ecografie.

Pertanto, noi riteniamo poco utili le radiografie e le varie tipologie di ecografia rispetto ad una adeguata visita medica semeiologicache, a nostro avviso fornisce tutte le informazioni diagnostiche essenziali.

In caso di non adeguata risposta clinico-terapeutica, allora preferiamo richiedere la RMN, perché evidenzia sostanzialmente tutte le alterazioni non visibili e non palpabili dal medico specialista.

È importante per una diagnosi precisa e per una terapia veramente efficace differenziare la Sindrome di De Quervain dalla Rizartrosi e dalle altre forme dolorose del polso.

Durante la fase di diagnosi bisogna differenziare questa sindrome anche dalla neurite radiale o Sindrome di Wartenberg. In quest’ultimo caso il dolore è dovuto all’infiammazione della branca superficiale del nervo radiale a seguito di un trauma diretto, di uno stiramento passivo o della presenza di una frattura soggiacente. Quest’ultima sindrome è positiva a test semeiotici differenti, attraverso i quali il medico specializzato riesce a distinguerle.

Terapie per la Sindrome di De Quervain

La terapia della Sindrome di De Quervain avviene mediante:

  1.  farmaci antinfiammatori per bocca o intramuscolo o endovena fornisce scarsi risultati ed è ampiamente superata dalle cure infiltrative mediante cortisonici.
  • Infiltrazioni di cortisonici, che sono spesso efficaci, ma se non adeguatamente diluite, possono indurre una ATROFIA dei tessuti locali anche permanente e comunque risolvere solo parzialmente il problema.
  • In caso di non risoluzione con le cure infiltrative, rimane la Chirurgia in anestesia locale, che mira alla Decompressione del passaggio tendineo intrappolato, mediante la cosiddetta “Puleggiotomia”: è una incisione della guaina e dei passaggi tendinei occlusi, con accesso chirurgico cutaneo a “cielo aperto” e chiusura con punti. Fornisce una buona risposta terapeutica, con possibili strascichi post-operatori nei pazienti non giovani.
  • L’ approccio ultratrentennale dello Studio Ortopedico Vernetti è basato sulla decompressione dell’intrappolamento dei tendini estensori curando direttamente la loro guaina ed i tessuti di passaggio del polso, mediante micro-infiltrazioni di acido ialuronico a doppio peso molecolare ed elevata concentrazione, abbinate ad un cortisonico delicato e ben diluito, che va “spalmato” in modo preciso ed accurato, evitandone la concentrazione su singoli punti, come troppo spesso accade. Normalmente si risolve tutto molto bene con due, massimo tre applicazioni, con recupero totale dalla Sindrome di De Quervain.
  • Alternativa dello Studio Ortopedico Vernetti è la Incisione delle guaine e passaggi tendinei, che è necessaria in circa 5-10 casi su cento: in tal caso la effettuiamo in anestesia locale, a “cielo coperto”, quindi senza aprire il polso, accedendo con un ago-bisturi sottocute ed incidendo delicatamente i tessuti comprimenti i tendini. Quindi: niente tagli e niente punti. Dopo la incisione comunque applichiamo lungo tutto il tratto operato acido ialuronico a doppio peso molecolare ed elevata concentrazione, che accelera enormemente la riparazione e rigenerazione delle parti. Per decongestionare subito, sia dopo le microinfiltrazioni che dopo la chirurgia a cielo coperto, usiamo la antica agopuntura abbinata ad impacco con oli essenziali.

Conclusione

Spesso la Sindrome di De Quervain viene erroneamente confusa con la Rizartrosi (come già scritto nel nostro articolo dedicato alla Rizartrosi) ovvero un’alterazione dell’articolazione Trapezio-metacarpale sottostante ai tendini. Anche altre patologie hanno sintomatologie simili e possono essere mal diagnosticate. Una errata diagnosi differenziale può portare ad una cura sbagliata e, quindi, a perdere tempo, soldi e a non bloccare la progressione della suddetta patologia.

Lo Studio Ortopedico Vernetti ha come scopo quello di ricercare le cause del dolore articolare e, nel minor tempo possibile, di agire in maniera efficace sulle stesse, rimuovendole per risolverlo.

Sappiamo molto bene quali siano le esigenze del paziente: vuole guarire o attenuare il dolore il più velocemente possibile senza un eccessivo spreco di tempo e denaro. Purtroppo ancora molte persone all’insorgenza dei sintomi tendono ad aspettare che il dolore “passi da solo” o assumendo qualche antidolorifico. È più efficace spegnere subito e velocemente le cause della patologia, per evitarne una ulteriore espansione che, in finale, porterà a spendere molto più tempo e denaro rispetto al costo di una cura applicata in fase iniziale.

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