La Spalla Congelata o “Frozen Shoulder” o Capsulite Adesiva è una particolare infiammazione della spalla che coinvolge potenzialmente tutte le strutture tendino-muscolari ed accessorie della cosiddetta cuffia dei rotatori ed in particolare modo la CAPSULA articolare stessa, che è l’involucro che contiene la giunzione articolare ossea.

Consiste in una reazione infiammatoria caratterizzata da una bassa essudazione, che è tipicamente senza versamenti sinoviali. La spalla congelata è connotata da una netta riduzione della capacità di movimento e dalla percezione di un intenso dolore alla spalla.  Ne sono affette prevalentemente le persone in un range di età tra i 40 e 60 anni, prevalentemente di sesso femminile. La Frozen Shoulder è più frequente nelle persone diabetiche o con il Morbo di Parkinson. Il 2% della popolazione ne è colpito e nella maggioranza dei casi evolve verso una risoluzione spontanea in un periodo di tempo che va dai 6 mesi (nelle forme più lievi) ai 3 anni (nelle forme più gravi).

Chi viene colpito da questa patologia ha una certa probabilità di svilupparla in seguito anche all’altra spalla.

La patologia può svilupparsi più o meno rapidamente, sia in seguito a sforzi che in totale loro assenza, anche senza un apparente motivo.

Nell’articolo di oggi, il Dottor Mario Vernetti Prot ci parla della spalla Congelata.

Sintomi

Il dolore insorge ed evolve in maniera progressiva col passare dei giorni e delle settimane. La Spalla Congelata è così caratterizzata:

  • riduzione della capacità di movimento, in particolar modo dell’elevazione antero-laterale;
  • incapacità di portare il braccio e la mano dietro la schiena in quanto induce molto dolore;
  • ogni movimento evoca il dolore, che può essere molto intenso e che si protrae per mesi ed anni;
  • dopo l’esordio e l’incremento del dolore con la riduzione delle capacità di movimento, si arriva al cosiddetto “congelamento”, dove la spalla e il braccio diventano un blocco unico tra loro. Quando ciò avviene si hanno sintomi di dolore intenso già solo scostando di poco il braccio dal tronco! Dormire sul lato della spalla colpita è quasi impossibile.

La sintomatologia col quadro di “congelamento” nella maggior parte delle persone inizia a regredire (“scongelamento”) dopo 6-12 mesi con risoluzione nel tempo da 1 a 3 anni, come accennato in precedenza. Alla fine di questo lasso temporale, possono residuare dei quadri di artrosi con un recupero non completo delle funzionalità, anche in assenza di dolori.

L’esame clinico accurato ed attento dei cosiddetti “guariti” ad opera di uno specialista non mostra, in realtà, frequentemente una guarigione completa, perché spesso permangono delle limitazioni funzionali alla spalla.

Cause della spalla congelata

Spesso la Spalla Congelata si presenta in seguito ad un trauma precedente, anche a distanza di tempo. Dagli esami diagnostici di solito si rileva un ispessimento progressivo con perdita di elasticità ed un irrigidimento della struttura capsulare, accompagnato da una sorta di “intrappolamento” dei tessuti che sono a contatto con essa (tendini, borse, muscoli, vasi e nervi).

Assieme ai tendini ed ai muscoli sono interessate anche le loro guaine e strutture membranose adiacenti, come le borse, che hanno appunto la funzione di agevolare lo scorrimento e scivolamento delle parti a stretto contatto tra di loro.

Le cause della Spalla Congelata non sono ancora chiaramente note.

Si ipotizzano dei possibili meccanismi locali autoimmuni non rilevabili agli esami ematologici; come anche disturbi dell’afflusso sanguigno arterioso a livello della capsula articolare; così come dei difetti del ritorno del sangue venoso in uscita dalla capsula della spalla.

Diagnosi

Il medico specialista riconosce la Spalla Congelata attraverso una attenta e precisa valutazione dei vari tipi e gradi di movimento, individuando i segni e le limitazioni proprie di questa patologia.

Il dolore spesso è intenso e risponde scarsamente alle terapie farmacologiche antinfiammatorie per bocca, intramuscolari o endovenose. Anche le terapie antidolorifiche funzionano poco.

  • L’esame RX può mostrare segni di artrosi preesistente, come nulla.
  • Un esame ecografico normale può mostrare piccole irregolarità della cuffia tendino-muscolare, ma soprattutto un ispessimento della capsula articolare.
  • L’esame ecografico dinamico evidenzia chiaramente il mancato scorrimento e scivolamento delle componenti tendino-muscolari a causa della capsula ispessita. Non sono quasi mai presenti versamenti articolari. È evidente la perdita di elasticità con ridotto allungamento delle componenti a contatto con la capsula articolare. Perciò questa patologia viene anche chiamata Capsulite Adesiva, per via delle aderenze che “incollano” le parti tra loro.
  • La Risonanza Magnetica Nucleare (ad alto campo magnetico e con proiezioni seriate “fitte”) ci può mostrare un ispessimento della capsula, segni di artrosi, alterazioni tendinee,ma non la perdita di elasticità né le aderenze e il mancato scorrimento tra i tessuti molli, poiché la RMN è un esame che deve essere effettuato in totale immobilità.

Per tali ragioni noi riteniamo poco utili le radiografie rispetto ad una adeguata visita medica semeiologicama, in caso della necessità di un approfondimento diagnostico, è importante e complementare l’ecografia dinamica articolare.

Pertanto, per la rilevanza diagnostica consigliamo:

  • una prima valutazione anamnestica e semeiologica MANUALE, durante visita;
  • una seconda eventuale valutazione tramite Ecografia Dinamica Articolare.

Terapia

La terapia della Spalla Congelata (o Frozen Shoulder o Capsulite Adesiva) che finora appare fornire i risultati più significativi per una celere risoluzione senza postumi funzionali della patologia si basa su TRE CARDINI:

  • la Terapia Locale Diretta, sia INTRA-ARTICOLARE che PERI-ARTICOLARE a base di un medicinale cortisonico a lento rilascio e a bassa aggressività connettivale(non il triamcinolone acetonide), da abbinare ad un acido ialuronico a peso molecolare medio-basso (1200-1400 Kdalton) ed elevata concentrazione (almeno 60-70 mg su 3 ml, meglio 100-110 mg su 5 ml)
  • Le Correnti elettriche a Radiofrequenza di 1 Mhz e potenza sui 30-50 W applicate tutto intorno alla capsula articolare, anche contestualmente alla seduta infiltrativa
  • La MOBILIZZAZIONE progressiva assistita appena la capsula articolare inizia a “scongelarsi” con le suddette applicazioni. È da EVITARE assolutamente la mobilizzazione PRIMA DELLO SCONGELAMENTO DELLA CAPSULA, onde evitare un aggravamento del quadro clinico

Nel raro caso in cui una Spalla Congelata risulti irriducibile con le terapie ordinarie, si può ricorrere ad un intervento chirurgico di cosidetto  “Release” della capsula, effettuato con tecnica artroscopica, seguito da un periodo dai 3 ai 6 mesi di terapia riabilitativa classica.

Se sospettate una Spalla Congelata, l’approccio diagnostico e terapeutico dello Studio Ortopedico Vernetti consente di ridurre notevolmente i tempi di recupero verso una auspicata piena guarigione, oltre a contenere fin da subito in modo efficace i notevoli dolori di questa patologia.