Oggi parleremo di un argomento molto richiesto dai nostri pazienti: come trattare e curare il Dolore Cervicale.
La Terapia Radicale o Causale del Dolore può essere effettuata con successo se vengono identificate le componenti che provocano l’innesco della sintomatologia dolorosa. Di questo principio ho già parlato nell’articolo sulla Terapia Radicale del Dolore. Allo stesso modo avviene per il Dolore Cervicale.
Dolori Cervicali è solo un’etichetta, sotto la quale si raccolgono molteplici manifestazioni e cause. Per questo motivo, dovremo soffermarci sui diversi casi, analizzando di ciascuno le cause specifiche e le rispettive cure. Vediamole insieme
Caso 1: il raffreddamento e la sudorazione protratta.
Può sembrare una cosa da poco, ma:
- Il vento più o meno freddo
- l’umidità
- la sudorazione protratta sotto una brezza leggera
- la perdita di calore inavvertita per irraggiamento negativo, ad esempio quando ci si trova nei pressi di una finestra quando fuori il clima è freddo
- la disidratazione, anche inavvertita
hanno un grande impatto sulla nostra cervicale.
In tali casi la muscolatura del collo va incontro ad una reazione di accorciamento dei filamenti muscolari, con una conseguente contrattura da lieve a progressiva. Ciò provoca un calo della irrorazione sanguigna delle cellule muscolari. Quindi, ne deriva un’acidosi ed un’infiammazione locale. È proprio quest’ultima la causa del dolore.
Come curare il dolore cervicali dovuto a raffreddamento e sudorazione protratta
Ci sono diversi metodi per trattare bene e far regredire il dolore da infiammazione muscolare cervicale. Ognuno di questi metodi risulta essere più funzionale degli altri in casi specifici. Tuttavia, seppur diversi, questi metodi condividono tutti i seguenti principi comuni:
- la necessità di ripristinare un buon afflusso di sangue diffuso.
- il mantenimento al caldo delle parti colpite dal dolore.
- la somministrazione di decontratturanti neuro-muscolari.
- il riallineamento delle vertebre dalla posizione alterata acquisita con il sopraggiungere del dolore.
Per trattare la parte colpita si possono adottare diverse soluzioni. Tra queste utilizzare combinazioni di medicinali antinfiammatori o di modulatori dell’impulso neuromuscolare, le radiazioni infrarosse, la tecarterapia, le correnti a radiofrequenza, l’assunzione di minerali decontratturanti, come il magnesio con calcio assimilabile. Oppure massaggi delicati, mobilizzazioni dolci, l’agopuntura e impacchi di erbe medicamentose specifiche.
L’esperienza medica fa una grande differenza in questi casi, perché consente di adottare la miglior scelta possibile tra le cure in termini di efficacia e di tempi di recupero. Si basa inoltre sulla base della tipologia e delle caratteristiche fisiologiche del paziente.
Caso 2: le nevralgie e il torcicollo.
Quando la situazione sopra descritta persiste, l’acidosi muscolare che si viene a formare può arrivare a coinvolgere le radici nervose spinali. Queste governano i muscoli e conducono le percezioni sensoriali.
I nervi spinali cervicali possono anche infiammarsi, però, per la compressione meccanica su di esse indotta da un trauma (e non solo per l’acidosi).
Non solo, anche alcuni virus neurotropi possono viaggiare ed arrivare ai nervi producendo lesioni della loro guaina nervosa di rivestimento (mielinica).
Infine, anche le vaccinazioni possono indurre in rari casi una reazione iperimmune che colpisce in modo sia sistemico che settoriale i nervi, con lesioni analoghe a quelle dei virus. Quest’ultima situazione è nota come Sindrome di Guillain-Barrè.
Il risultato delle appena descritte cause può variare da semplici alterazioni della sensibilità ad un dolore intenso ed insopportabile, “nevralgico”, trafittivo o bruciante, più o meno esteso nelle zone di collo, spalle, scapole, braccia ed avambracci e, in taluni casi, può arrivare persino alle mani e alle dita.
Il dolore può essere collocabile sia su un solo lato del collo che su entrambi (monolaterale o bilaterale).
Quando la reazione infiammatoria dolorosa neuro-muscolare ha una manifestazione prevalentemente a livello delle fibre muscolari, vi è un blocco motorio completo e doloroso, che viene volgarmente chiamato “torcicollo”. Talvolta si può anche assistere ad un prevalente deficit di forza e capacità motoria delle parti colpite, rispetto al dolore.
Come si curano le cause delle nevralgie e il torcicollo.
Dalla sapiente individuazione della causa che, come abbiamo visto, non è per nulla ovvia, si può impostare la terapia in modo che:
- riduca a livello globale sia le infiammazioni che le contratture
- elimini l’eventuale presenza di virus
- faccia regredire un’eventuale reazione iperimmune secondaria a vaccino.
Tale terapia locale diretta prevede l’abbinamento di medicinali anestetici, antinfiammatori, fibrolitici e decontratturanti. L’infiltrazione deve essere effettuata strettamente e precisamente nella zona delle radici spinali cervicali colpite.
Caso 3: le ernie cervicali, le protrusioni e le artrosi delle faccette articolari.
La rottura di un disco intervertebrale cervicale a seguito di un trauma può produrre l’espulsione della sua componente gelatinosa, generando un’ernia. Tuttavia, l’insorgenza di quest’ultima può anche avvenire per via di pressioni meccaniche anomale e prolungate nel tempo, spesso riconducibili a mal posizionamenti ripetuti del collo (per un’abitudine fisiologica errata del paziente) oppure a sollecitazioni inadeguate durante il lavoro.
Esistono, poi, anche ernie non espulse, chiamate piuttosto protrusioni o ernie contenute.
Sia le une che le altre sono responsabili della compressione delle parti nervose adiacenti, causando sintomi come: reazioni dolorose intense, contratture, torcicollo, alterazioni della sensibilità, incapacità motoria, ecc.
Anche una pressione anomala protratta nel tempo può indurre un inspessimento ed un ingrossamento delle faccette articolari che tengono le vertebre cervicali connesse tra loro ed allineate. Quest’artrosi delle faccette articolari provoca anch’essa, alla fine, una compressione delle radici nervose spinali.
Come curare le ernie cervicali, le protrusioni e le artrosi delle faccette articolari.
La chiave del trattamento e della cura delle compressioni delle radici spinali consiste sostanzialmente nella riduzione delle stesse compressioni. Tradizionalmente ciò viene effettuato per via chirurgica.
In realtà da oltre 30 anni esistono delle valide alternative non invasive.
Nel nostro studio facciamo riassorbire e disidratare le ernie cervicali mediante la terapia infiltrativa diretta. Combinando medicinali anestetici e fibrolitici e somministrandoli a ridosso del tessuto erniario, ne induciamo il riassorbimento.
Tale terapia si effettua, a seconda della dimensione dell’ernia, con una serie di 5-8 applicazioni. L’alleviamento dei sintomi è riscontrabile fin dalla prima applicazione.
In base alla nostra esperienza, nel 90% dei casi di ernia espulsa non è ormai più necessario l’intervento neurochirurgico. Questo lo si evince chiaramente tramite il confronto degli esami RMN effettuati dal paziente prima e dopo la guarigione, alla fine del ciclo terapeutico.
L’infiltrazione richiede pochi minuti, così il paziente può subito ritornare alle sue attività.
Nel caso specifico di protrusioni e alterazioni delle faccette articolari il percorso è analogo, ma addirittura più rapido.
Riteniamo in tutti i suddetti casi (ernie, protrusioni e ipertrofie delle faccette cervicali) fondamentale abbinare alla terapia diretta una terapia di riallineamento ed elasticizzazione della colona cervicale. Insegniamo al paziente esercizi specifici da svolgere in autonomia a casa, in modo da preservare e mantenere l’elasticità della parte. L’elasticità cervicale è essenziale per prevenire eventuali recidive future. Di solito queste ultime sono molto frequenti quando non siano state individuate e rimosse le cause comportamentali o ambientali, individuali che hanno fatto insorgere la patologia.
Caso 4: dolore cervicale e reumatismi.
Un’altra causa di Dolore Cervicale sono i reumatismi. Questi sono sostanzialmente imputabili:
- ad alterazioni immunitarie indotte da batteri o virus;
- alla produzione di auto-anticorpi;
- al rilascio anomalo di fattori infiammatori nei tessuti connettivi osteo-neuro-muscolari.
Pertanto, è essenziale una ricerca dell’origine della causa del dolore, mediante diverse analisi come:
- ricerche radiologiche, per osservare, ad esempio, focolai infettivi nascosti nei denti;
- ricerche infettivologiche, come esami del sangue specifici, tamponi faringei, ecc;
- ricerche metaboliche, per vedere, ad esempio, il deposito anomalo di sostanze metaboliche infiammanti, come l’acido urico;
- ricerche di malattie genetiche;
- ricerche immunologiche, per vedere, ad esempio, la presenza nel sangue di indicatori di malattie auto-immuni.
Come si curano le cause dei reumatismi
Attraverso la ricerca e l’identificazione della causa, si può applicare un piano di cure finalizzato a ridurre le reazioni avverse, i sintomi e le cause reumatiche del Dolore Cervicale. L’obiettivo è quello di arrivare ad una guarigione e, dove non possibile, ad una buona e valida qualità di vita, cioè con azzeramento o quasi dei dolori.
La terapia può contemplare:
- cure antibiotiche;
- la rimozione di focolai dentali;
- l’uso di medicinali immunomodulanti, per contenere le iper-reazioni immunologiche;
- le cure locali dirette, come nei tre punti sopra;
- la dieta, per correggere i fattori metabolici.
Ritengo fondamentale in tutti i casi di patologia con Dolore Cervicale il coinvolgimento pratico del paziente, affinché impari a gestire il proprio corpo con facilità e semplicità e mantenga nel futuro i risultati terapeutici ed il benessere raggiunto.